Jannis Kounellis, l’artista della Focara 2015

E’ seduto di fronte a noi, eppure, mentre ci racconta la sua vita, in esclusiva a noi di Salentoweb.tv, quella che viene prima del suo arrivo a Novoli come autore del manifesto d’autore e dell’installazione sulla Focara 2015, riesce a farci fare un viaggio nella sua vita d’artista. Quella vita che lo ha allontanato dalla Grecia per portarlo in Italia dal 1956 e che lo ha spinto a girare il mondo perchè come lui ama dire: “il viaggio è la sua casa”. Il “viaggio” per Jannis Kounellis, artista, pittore e scultore greco, è il fuoco, ma questa volta, il fuoco lo ha costruito in pianta stabile. Ha fatto nascere ciò che fuoco sarà, regalando alla Focara di Novoli quella che viene definita un’arte povera (di cui Kounellis è uno dei massimi protagonisti secondo alcuni critici d’arte) ma allo stesso tempo intima ed emozionale. E l’emozione delicata, di fronte ad una struttura così imponente e maestosa come la Fòcara, non è una cosa semplice da trovare. Perchè la Focara è sentimento forte, puro e prepotente. E’ fuoco che brucia senza riserve e che non smette di bruciare. E’ la tradizione che tocca nel profondo i novolesi, devoti e non. E’ passione ardente che quest’anno diventa culto della parte più intima di una storia che si rinnova ogni anno. La Focara noi l’abbiamo seguita sin dal primo giorno della sua costruzione. Un primo giorno che quest’anno è partito con l’arte prima della posa dei tralci di vite che formano il grande falò. Sono arrivate prima le grosse pietre. Quelle che ha scelto l’artista per formare la base della pira. Quelle poste a forma di croce congiunte al centro da una grossa campana. Sulle pietre si è sviluppata la pira. Sulla pira sono state inserite le travi di ferro. Travi che la trafiggono regalando un significato forte e pietre che restano accanto alla cenere e che da chiare diventano nere regalando il lato emozionale. Si scopriranno le pietre. Resteranno solo loro e il fuoco smetterà di bruciare. E la croce e la campana faranno tornare tutto allo stato di partenza, alla base di tutto. Che è Novoli, la devozione ad un santo, la tradizione che si tramanda e si tramanderà per sempre. Ce lo spiega con la sua voce e con i suoi occhi Kounellis. E ci sorprende ancora quando ci parla del suo manifesto d’autore. Quello dove non ha scelto di mettere le pietre ma dove ha collocato a forma di croce dei bicchieri capovolti. Bicchieri pieni di quel fumo che tanto ama e da cui non si separa quasi mai e che fanno tornare tutto al loro posto con un forte filo logico. Tra la cenere, le travi che bruciano e il fumo che resterà sulle grosse pietre quando la Focara smetterà di bruciare. E poi c’è una rosa che spacca la croce, sul manifesto. La rosa che sono le travi, in realtà. La rosa che trafigge e che ha due significati: “l’amorosità e la morte. La propria morte” ci racconta l’artista. E noi lo salutiamo con una certezza: che quest’anno la Focara, come il suo artista, viaggerà nel mondo come sempre regalando a chi avrà la fortuna di assistere alla sua accensione e alla sua evoluzione il viaggio più interessante: quello nella parte più intima della tradizione e infondo anche un pò dentro se stessi.

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