Intervista a Sergio Blasi (PD). “La Regione Puglia dice no al CDR””

Il consiglio regionale della Puglia dice no sia ai combustibili da rifiuto (Cdr) che a quelli solidi secondari (Css), ma apre a tavoli tecnici che possano effettuare approfondimenti sul loro impiego negli impianti “non a ciò originariamente ed espressamente dedicati”. Il voto è arrivato dopo l’approvazione dell’ordine del giorno “Ambiente e filiera del rifiuto” presentato da quattro consiglieri del Partito Democratico (Sergio Blasi, Giuseppe Romano, Antonio Maniglio e Giovanni Epifani).

La decisione riguarda tutti gli impianti esistenti sul territorio pugliese, comprese la Colacem di Galatina e la centrale Federico II di Cerano, “tranne che in quelli già in esercizio autorizzati ed a ciò in concreto destinati nell’ambito di contratti stipulati per il recupero energetico di rifiuti almeno in parte derivati dal ciclo integrato di trattamento dei rifiuti solidi urbani”.

Lo spettro che la questione Cdr non sia ancora conclusa si annida proprio dietro alle discordanze tra il testo presentato in Consiglio e quello successivamente approvato. Se infatti l’apertura a “tavoli tecnici” non era prevista nella prima bozza, nella seconda versione è stato anche cancellato il riferimento esplicito alla centrale Federico II e alla Colacem sul divieto di utilizzare il Cdr o il Css.

Sospetti duramente bocciati dal segretario regionale del Pd Sergio Blasi, che durante la conferenza stampa di questa mattina (sabato 23 c.m.), tenutasi a Lecce presso la sede provinciale del partito, ha confermato che il no al Cdr “riguarda ovviamente le due aziende” e che la scelta di eliminarle dal testo “serve a lanciare un segnale ancora più forte, applicando misure restrittive dirette a tutti gli impianti”. Un futuro senza Cdr quindi, sostenuto dal nuovo piano regionale “Strategia Rifiuti Zero”.

Quanto alla polemica sull’eventuale rischio-chiusura (o perdita di competitività) della Colacem dinanzi al divieto di bruciare Cdr, secondo Sergio Blasi queste obiezioni sono prive di fondamento: “La Colacem ha potenzialità per investire in ricerca e trovare nuove soluzioni. E poi – conclude il Segretario – basta con questa storia, anche perché salute e lavoro sono valori che vanno di pari passo”.

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