Non chiamatelo “graffitaro”, la Nove Revolution è qualcosa di più.
E’ arte, è un writer forse, è simbolo, è personalità di un anonimo artista che sfida i suoi probabili compaesani a farsi delle domande, a darsi delle risposte e a uscire dal silenzio delle stradine di paese.
L’intera comunità di Melpignano, senza volerlo, è la diretta protagonista del suo piano, forse di comunicazione, forse di rimedio a una qualche forma di solitudine o di mera curiosità, ogni volta che si parla di Nove, un altro capitolo della Nove Revolution è stato scritto.
Nove ci tene particolarmente alla sua identità, seppur nascosta e anche alla sua dignità e alle sue buone intenzioni.
A chi lo chiama “graffitaro” dedica un suo autoritratto a misura uomo, è l’unico fatto fino ad ora, “No graffiti, please” e al guinzaglio tiene una gallina, come a cercare di contenere una certa ignoranza nel settore o in questo tipo di arte, lo fa con garbo, senza mai essere offensivo. Al sindaco Stomeo, incarognitosi per la scelta di riportare alcuni stencil su palazzi del ‘500, fa pervenire in comune, un ritratto nel quale il primo cittadino indossa la maglia con su scritto: “I NOVE”, regalo mai accettato, per “dovere istituzionale”.
“Si tratta pur sempre di un reato”, ha commentato Stomeo, “si faccia avanti, si faccia vedere, e individueremo degli spazi per lui”.
Ma la Nove revolution è solo all’inizio, oltre alle figure più ironiche come ad esempio la coppia di bambini che si guardano romanticamente, dove lui nasconde dietro la schiena un mazzo di fiori e lei una mazza da baseball, o a quelle che riportano i suoi stati d’animo come “Nove prigioniero” o lui bambino, c’è una vera e propria sezione dedicata al Retrò dove vengono raffigurati probabilmente i suoi miti del passato: Totò, Charlie Chaplin, Stanlio e Ollio.
Il rischio emulazione è la grande preoccupazione del sindaco, sui muri ci sono già nuovi stencil firmati Dieci, ma chissà che non sia sempre lui intenzionato a realizzare un altro nuovo capitolo della sua revolution, non si scoprirà mai Nove, o almeno non lo farà volontariamente, è arte anche questa, quella di far parlare di te quando nessuno conosce il tuo volto.
Ma noi ti troveremo Nove, per strapparti un pensiero dietro quella maschera antigas.
Eleonora Moscara