Ogni anno è sempre una grande emozione partecipare ad una delle più suggestive processioni del Venerdì Santo nel Salento. Un’atmosfera intrisa di silenzio, devozione, preghiere, dolore e fede ha reso unica la “Processione della Tomba”, detta anche “de L’Urnia” e della “Desolata”, a Gallipoli. Centinaia e centinaia i fedeli che si sono radunati sui “Bastioni” per l’avvio del corteo, organizzato dalle Confraternite del Crocifisso, che affascina per la sua bellezza.
Noi di SalentowebTv abbiamo partecipato a questo momento speciale per potervi trasmettere le emozioni che i cittadini vivono per ore e ore. Ognuno vive dentro di sé la spiritualità che la processione trasmette.
Abbiamo girato un docureality della Processione del venerdì Santo. Quel che colpisce di più sono i “penitenti”, fedeli incappucciati e a piedi scalzi, che chiedono una grazia al Signore. La loro identità è sconosciutà. Si prega, ci si commuove, si chiede grazie e perdono. Toccante vedere tanti giovani camminare lungo tutto il centro storico di Gallipoli a piedi nudi, come sacrificio da donare al Signore. Vedi occhi lucidi, mani giunte, persone in ginocchio e lacrime che scendono giù. Perchè Tutti rivivono in questo momento di “lutto” per la morte di gesù Cristo, anche le proprie sofferenze di vita.
La sacra rappresentazione inizia con l’apparizione del “troccolante della confraternita del Crocifisso”, che indossa un saio rosso, una mozzetta celeste e un cappuccio rosso che nasconde il viso. Porta sul capo una corona di spine, ricavata da una pianta cespugliosa che cresce spontaneamente nella macchia mediterranea (Asparagus acutifolius). La troccola o “trozzula” è un rudimentale strumento percussivo, costituito da un legno sul quale sono riposti dei battenti metallici.
La funzione della “trozzula”, come anche, della tromba e del tamburo è di annunciare alla popolazione il passaggio della processione. Seguono la croce dei Misteri e varie coppie di confratelli del Crocifisso che accompagnano le statue raffiguranti la Passione di Cristo e il Cristo Morto, antica statua lignea di pregevole fattura. Chiudono la processione i confratelli di S.Maria degli Angeli i quali indossano un saio bianco, mozzetta azzurra e un cappuccio bianco calato sul viso, in segno di lutto. Il sodalizio conduce il simulacro dell’Addolorata.
La processione percorre le vie del borgo antico e della città nuova mentre le bande musicali locali intonano strazianti marce funebri, composte da valenti musicisti concittadini, contemporanei e del passato. La processione rientra nelle chiese del Santissimo Crocefisso e di Santa Maria degli Angeli a notte fonda. All’alba del Sabato Santo, 23 aprile alle ore 5, la confraternita di Santa Maria della Purità organizza la processione della Desolata e del Cristo Morto.
I confratelli vestono saio bianco, mozzetta giallo paglierino, cappuccio bianco calato sul viso e portano con se pesanti ceri. Le statua della Desolata con il suo viso esprime lo strazio per la perdita del caro Figlio. Il Cristo, disteso, è riposto in un’urna dipinta in oro zecchino. Gli splendidi simulacri, realizzati in cartapesta, risalgono al XIX secolo. Intriso di sacralità è il momento in cui la processione fa rientro nella città vecchia, le statue del Cristo e della Desolata, nel piazzale antistante il sagrato della chiesa, vengono accostate dai confratelli per sancire un incontro fisico e spirituale dopo la brutale separazione. È l’abbraccio tra la Madre il lacrime ed il Figlio.