Viviamo l’epoca del teatro della (e in) crisi. Da tempo si attende un risorgimento artistico, che tarda ad arrivare. Se già la politica nazionale si dimostra “poco cortese” nei confronti del mondo della cultura, le cose peggiorano, di gran lunga, al Sud. Eppure, con tanto di slogan, sentiamo continuamente parlare di “marchio Salento”, che magari possa andare oltre il pasticciotto o la frisa. Parliamo di cultura, di lavoro intellettuale, di estro, creatività, arte. Il 27 marzo si celebra nel mondo la “giornata mondiale del teatro” e Astragali compie 30 anni di attività. Oggi più che mai, però, è a rischio la sopravvivenza di questo Teatro, costretto a fare i conti con la crisi economica e, soprattutto, con la disattenzione delle istituzioni. Sono a rischio artisti che potrebbero non avere più un lavoro, che poi non è lavoro, ma passione, vita. Nonostante Astragali sia richiesta a livello internazionale, nel Salento non riesce ad esprimersi pienamente. E’ la solita storia: “nemo propheta in patria”, come è avvenuto in passato con Carmelo Bene, Antonio Verri e Salvatore Ruggeri. Per sollecitare la Regione Puglia, la Provincia di Lecce e i Comuni è stata quindi avviata una raccolta firme: “Perché senza teatro non esiste cultura, senza cultura non esiste comunità”. Articolo21 raccoglie lo sfogo, amareggiato e perplesso, di Fabio Tolledi, il Direttore artistico di Astragali Teatro.
2011-03-23