Domani 29 Aprile, presso il Castello di Giangiacomo dell’Acaya ad Acaya di Vernole un appuntamento imperdibile nell’ambito della Mostra H2O – Nuovi scenari della sopravvivenza. Un incontro con l’antropologo, Alberto Salza.
Noi lo abbiamo incontrato e abbiamo riflettuto con lui sull’acqua “bene di tutti”, bene che in molti paesi sta per finire e sul fatto che l’uomo ha perso la capacità di usarla in modo sensato, come già fatto con il petrolio. La responsabilità è di tutti.
A tal proposito invita tutti a partecipare al referundum contro la privatizzazione dell’acqua, perché la rivoluzione parte dal basso. Con Salza abbiamo commentato anche quello che sta avvenendo in questi giorni in Libia, quello che sta facendo il governo italiano e le contraddizioni legate all’Europa che, secondo l’antropologo, non esiste più da tempo. Una presenza autorevole nel Salento perché Alberto Salza Ricercatore free lance sulle tematiche antropologiche, è stato fino al 1993 coordinatore del Laboratorio di Ecologia Umana presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Antropologiche e Archeologiche dell’Università di Torino; collabora con il Museo di Etnografia ed Antropologia dell’Università di Torino e con i National Museums del Kenya; ha compiuto numerose missioni scientifiche sul campo, dal Sudafrica al Belize, dalle Montagne Rocciose canadesi allo Stretto di Bering siberiano.
Da quasi quarant’anni studia le strategie di sopravvivenza in Africa, dove si muove con mezzi locali e a piedi: dalle problematiche dei nomadi (dal Niger all’Ogaden, dal Sudan alla Namibia, dal Kenya al Bostwana, con due anni vissuti tra i boscimani del Kalahari), alla ricostruzione dell’origine della cultura attraverso una simulazione dell’ambiente e delle popolazioni che abitarono il Great Rift africano quattro milioni di anni fa. Dal 2001 al 2003 è stato impegnato nel Programma Turkana del Ministero degli Affari Esteri e dell’Università di Pavia. Dal 2004, operando con il Comitato di Collaborazione Medica di Torino, si è occupato di antropologia medica e, per l’Unione Europea, dei diritti umani tra i nomadi dell’Ogaden, al confine tra Etiopia e Somalia.
Dopo aver progettato una “Corsia antropologica” per il recupero d’identità delle vittime di guerra e dei returnees, parte per il Sud Sudan con ARES-Onlus per una ricerca operativa di progettazione partecipata indirizzata verso la corretta urbanizzazione di Turalei.Dal 2008 è membro del comitato scientifico del Centro piemontese di Studi Africani. Collabora con riviste divulgative e scientifiche e ha pubblicato numerosi volumi tra i quali Evoluzione dell’uomo (Giunti), Ominidi, uomini e ambiente di tre milioni di anni fa (Giunti Ominidi: nuove scoperte), Madre Africa (Mondadori), Atlante delle Popolazioni (UTET) e il Quaderno de Le Scienze “Le origini dell’umanità”.