Ho preferito aspettare quattro giorni per scrivere la mia opinione sulla partita con il Genoa e far decantare anche la rabbia del momento che, sicuramente, avrebbe condizionato l’obbiettività di giudizio. Ebbene, a bocce ferme, c’è da dire che “ci è andata anche bene”. Pensate soltanto se nell’ultima azione della partita Sculli fosse stato meno egoista ed avesse passato la palla ad uno degli altri tre non liberi ma liberissimi davanti a Benassi! Meno male perché questa volta l’ingordigia è andata a vantaggio del Lecce. La partita, nel suo complesso, è stata anche piacevole soprattutto sotto il profilo emotivo; il Lecce non si aspettava quel Genoa, ma è anche vero che il Genoa si aspettava questo Lecce.
In effetti Marino ha preparato molto bene la partita sapendo che il Lecce agiva prevalentemente in contropiede con elementi quali Muriel e Quadrado decisamente devastanti se si concede loro qualche spazio. Il Lecce sperava di trovare un Genoa decisamente più aggressivo e meno vigile in difesa ed invece si è trovato di fronte ad una squadra ben ordinata, attenta,e con un apprezzabile controllo di palla e del campo. Questo, presumibilmente, portava ad un risultato di parità, cosa poi verificatasi sul campo. Ma siccome il calcio non è una scienza esatta, ecco che alcuni episodi avrebbero potuto indirizzare il risultato in un senso o in un altro.
Dinnanzi ad uno zero a zero prevedibile ed anche condivisibile, ecco che un minimo errore di concentrazione ha portato Sculli a segnare una rete individuata, però, dall’occhio di lince di un guardalinee, ma ha portato anche all’unico errore difensivo del Genoa che si era allungato un po’ troppo e, sguarnendo la difesa, ha consentito alla freccia Muriel di partire in contropiede e segnare lo splendido pareggio; se a questo si aggiunge un inutile fallo ai 25 metri, c’è stato Brivio pronto a caricare il cannone e sparare ad alzo zero duplicando la rete segnata con il Siena.
Tutto fatto allora? Neanche per idea perché su un’azione di calcio d’angolo Sculli ha svettato ed il pallone, rimbalzando su Giacomazzi, ha cambiato la sua traiettoria ingannando Benassi. Partita finita e risultato giusto? No perché proprio all’ultimo secondo di gioco a molti spettatori è venuto un mezzo infarto; il Lecce, tutto proiettato scioccamente avanti,ha lasciato uno spazio siderale al Genoa che si è lanciato con ben quattro uomini contro uno per trafiggere Benassi. Qui l’ingordigia di Sculli, fortunata per il Lecce, l’ha fatta da padrone e giustifica il “meno male!” del titolo. A tutto questo si aggiunga una direzione di gara a dir poco insufficiente sotto l’aspetto tecnico che ha penalizzato in qualche modo il Lecce che avrebbe dovuto giocare in superiorità numerica per mezza partita e non si sa quale sarebbe potuto essere il risultato finale; sul rigore non mi pronuncio con assoluta certezza perché si è trattato del convincimento dell’arbitro che ha visto Muriel difendere la palla ma anche smanacciare con il difensore ed accentuare la caduta; una personale valutazione mi fa pensare che il mancato rigore sia il frutto dell’eccesso di agonismo che Cosmi trasmetteva dalla panchina e che ha fatto ritenere all’arbitro di poter correre il rischio di non poter governare la partita.
Ho riepilogato la partita perché a bocce ferme emergono le difficoltà di un aggancio che qualcuno, improvvidamente, ritiene dietro l’angolo. Non scordiamoci che se le giornate diminuiscono ed il distacco tende ad aumentare significa che anche le altre camminano, perlomeno come noi. I pareggi di Parma, Fiorentina, Bologna nei recuperi non ci aiutano per nulla. Sento dire che quattro o sei punti sono un nulla basta che noi si vinca due volte ma si ignora di dire che le altre debbono perdere due volte. E se questo non avviene e si limitano a pareggiare? Quale potrà essere la nostra classifica dopo Milano? E’ vero che il Siena giocherà a Cesena, che il Parma giocherà a Bergamo e che la Fiorentina a Catania e siamo sicuri che tutte perderanno? Certo per noi a Milano, in questa fase di campionato, non sarà per niente facile: dovremmo sperare in un Milan deconcentrato e stanco, ma la cosa mi sembra improbabile. Ma si sa, il calcio non è una scienza esatta!
Mario La Mazza
2012-03-08