Quella di San Rocco è la notte più lunga del Salento: da secoli tra il 15 e il 16 agosto i fedeli accorrono nel santuario di Torrepaduli per visitare il santo degli appestati e dei carcerati.
E da secoli sul sagrato del santuario va in scena una tradizione che non ha nulla di religioso: è questo l’unico luogo del salento nel quale si balla la pizzica-scherma, o meglio la danza dei coltelli.
Nella piazza si creano le ronde, con gli astanti in cerchio che fanno spazio ai ballerini, e mentre tutto intorno le ronde più piccole celebrano la pizzica di corteggiamento, con un uomo e una donna che si inseguono e si sfuggono, nella ronda più grande si balla la danza dei coltelli: due uomini si sfidano, occhi negli occhi.
Oggi è una danza che si fa con indice e medio tesi, ma fino a pochi anni fa dalle mani spuntavano coltelli. e la notte di san rocco, nel culmine dell’estate era l’occasione per regolare i conti dell’inverno
Danza dei coltelli, danza-scherma, pizzica-scherma, scherma salentina: chiamatela come volete, ma non chiamatela mai danza delle spade. Perché di spade, qui a Torrepaduli, non se n’è mai vista una. La spada è un’arma da nobili, mentre quella dei coltelli era la danza dei contadini, dei galeotti, degli zingari, dei personaggi poco raccomandabili: i soggetti prediletti da San Rocco, il santo taumaturgo che ama gli umili e dagli umili è – a modo loro – venerato.
2014-08-16