Siamo arrivati alla penultima tappa del Festival della Notte della Taranta. Sul palco allestito a Galatina, si sono esibiti quattro gruppi.
Gli Sciacuddhuzzi, ensemble di strumenti acustici di estrazione popolare (voce, violino, fisarmonica, chitarra, contrabbasso, tamburello). Fondato da Francesco Attanasi, scomparso prematuramente pochi anni fa, è ora diretto dal fratello Giuseppe e da Filippo Giordano, con la collaborazione di musicisti israeliani, greci e provenienti da altre zone d’Italia.
Il gruppo dei Menamenamò, diretto da Luigi Mengoli, è impegnato da quindici anni in una ricerca etnomusicale sfociata nella raccolta, e successiva pubblicazione, di oltre 200 canti popolari salentini. Carlo De Pascali, in arte Canaglia, cresciuto con i Menamenamò fin dal ’96, ha presentato “Lu tamburreddu meu”, una celebrazione del più antico tra gli strumenti della tradizione musicale salentina.
La Compagnia Arakne Mediterranea, fondata da Giorgio Di Lecce e diretta da Imma Giannuzzi, opera nel Salento da oltre quindici anni. Si compone di artisti, studiosi e ricercatori che si propongono di diffondere, far conoscere e sopravvivere le tradizioni, le danze, gli usi e i costumi delle espressioni popolari salentine e della Puglia. La Compagnia mette in scena il suo viaggio sonoro-ritmico, vocale e danzato.
Il gruppo Alla bua nasce nel ’90 dalle esperienze più tradizionali della cultura musicale salentina: dalle ronde della storica festa di San Rocco a Torrepaduli, alle notti itineranti del canto a Santu Lazzaru e alle tipiche feste nelle corti. Alla Bua, che in griko significa “altra cura” o “medicina alternativa”, ispira l’animo e il suono del gruppo. La cura: nel passato contro il morso velenoso della leggendaria taranta; oggi contro la piattezza della società moderna. E’ da poco uscito il nuovo disco “Scattuni” che raccoglie tredici brani originali di musica popolare, firmati da Pierpaolo Sicuro e Dario Marti, con testi di Gigi Toma
2010-09-12