Gli operai Fiat di Pomigliano e Melfi a Lecce per raccontare il “ricatto subito”

Cattiveria, assenza di democrazia, ricatto, discriminazione, ma anche lotta, mobilitazione e diritto di rappresentanza sindacale. Sono queste le parole che Ciro e Antonio pronunciano descrivendo quello che hanno vissuto e quello che attualmente si sta vivendo negli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Melfi, così come a Mirafiori. Sono due delegati Fiom del Gruppo Fiat e sono venuti a Lecce, insieme al componente della segreteria nazionale Fiom Sergio Bellavita, per raccontare la loro storia e quella di migliaia di colleghi. Attualmente dei 2080 operai che stanno lavorando nessuno è iscritto Fiom. Per questo l’unica strada è quella della mobilitazione. E si inizia il 9 marzo prossimo, in occasione dello sciopero generale Fiom Cgil. Un’assemblea pubblica, presso lo Spazio Sociale ZEI di Lecce, per riflettere sulla vertenza che ha catturato l’attenzione di tutto il Paese. Un’occasione per lanciare, anche nel Salento martoriato dalla crisi, dalla cassa integrazione e disoccupazione e dove esiste lo stabilimento Fiat Cnh, la campagna di sottoscrizione straordinaria IO VOGLIO LA FIOM IN FIAT a sostegno della lotta delle lavoratrici e dei lavoratori per riconquistare il contratto nazionale, estendere l’occupazione, diritti e art.18. Presenti all’incontro anche alcuni lavoratori Adelchi, per condividere con loro i ricordi, la paura e la rabbia di chi vuole “semplicemente” lavorare.

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