I novolesi e la fòcara. Una comunità attorno al fuoco sacro di Sant’Antonio Abate

[documentario a cura di imovepuglia.tv]

Questa storia racconta la bellezza di una comunità che si ritrova vicina e condivide momenti straordinari attorno al fuoco. Il fascino della Fòcara di Novoli, un’immensa pira (alta 25 metri) dedicata a Sant’Antonio Abate, non nasce solo dalla sua monumentalità (viene infatti considerata il fuoco più grande del Mediterraneo). Quello che contraddistingue la ricorrenza del santo patrono è proprio la voglia di partecipazione dei cittadini. Ognuno dà il contributo per la buona riuscita della festa, secondo le proprie possibilità e competenze. La devozione verso il Santo si concretizza anche in questo, oltre alle preghiere e all’adorazione. Nel documentarioimovepuglia.tv ha raccontato proprio questo aspetto, l’essenza di tutto. Non soltanto i momenti significativi di tutta la ricorrenza, la costruzione, la benedizione e l’accensione della fòcara, la festa, il concerto.

imovepuglia.tv è stata nei vigneti con i ragazzi che preparano le fascine, quelle che formeranno la fòcara.  Ne servono ogni anno oltre 90mila. Ha incontrato Cecilia, la nipote di emigrante che da Novoli, per lavoro, si trasferì in Argentina. A lei, tornata nella sua terra d’origine, il compito simbolico di posizionare la prima fascina. È stata nel laboratorio di Elio, un anziano che dedica ormai il suo tempo a costruire tante fòcare in terracotta, che puntualmente non vende ma regala agli amici.  Ha visto Giuseppe realizzare nella sua falegnameria la bellissima icona in legno con l’immagine di Sant’Antonio che, una volta posizionata in vetta alla fòcara apre la festa fino ad ardere insieme al falò. Giuseppe lo fa da dodici anni con grande emozione. Dino ha mostrato come si fanno gli “gnocculi”, la pasta realizzata manualmente e che si mangia rigorosamente in giorno della vigilia. Tra le testimonianze dei novolesi anche quelle dei personaggi ospiti, letteralmente affascinati da tanta bellezza.

Ecco quindi Antonella Ruggiero, il poeta Franco Arminio, il fotoreporter di guerra Manoocher Deghati,  Vittorio Sgarbi, i Marlene Kuntz, il fumettista Lele Vianello, il pianista Francesco Libetta,  il vaticanista Rai Fabio Zavattaro, il regista Yuri Ancarani. Quello che emerge è il momento significativo di una comunità che si sente protagonista grazie alla fede e al legame con la propria terra e la sua tradizione. E questo va raccontato, perché c’è tutta la dignità di un popolo della sua storia.

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