Il caffè del giorno dopo… Lecce-Palermo 1-1 28a giornata di campionato serie A Marzo 2012
Lecce (3-5-2): Benassi 6, Oddo 4, Miglionico 5, Esposito 5 (43′ st Corvia sv), Blasi 6 (38′ st Obodo sv), Delvecchio 5.5, Giacomazzi 6.5, Bertolacci 5 (22′ pt Tomovic 6), Brivio 6, Di Michele 5.5, Muriel 5.5. (25 Petrachi, 3 Di Matteo, 6 Giandonato, 10 Bojinov). All.: Cosmi
Palermo (3-5-2): Viviano 6, Munoz 6, Mantovani 5.5, Labrin 5.5, Aguirregaray 5.5, Migliaccio 6, Donati 6, Bertolo 4, Balzaretti 6 (34′ st Acquah sv), Ilicic 6.5 (27′ st Zahavi sv), Hernandez 6 (15′ st Budan 5.5). (33 Tzorvas, 7 Della Rocca, 15 Milanovic, 17 Vazquez). All.: Mutti
Arbitro: Tagliavento di Terni
Reti: nel pt 5′ Di Michele (rigore), 15′ Munoz.
Angoli: 6-3 per il Palermo.
Espulsi: nel pt 17′ Oddo per fallo da ultimo uomo, 40′ Bertolo per fallo di reazione.
Ammoniti: Munoz, Bertolacci, Giacomazzi, Brivio, Aguirregaray, Mantovani per gioco falloso.
Spettatori: 8.400.
Lecce si è mobilitata (“Noi Lecce”è inziziativa esortante) Ma si è mobilitata di sabato senza replica alla domenica sugli spalti ancora una volta spelacchiati anche per una partita definita “decisiva”. Si contano 8.700 spettatori compresi abbonati ed una manciata di volenterosi palermitani; da non credere !
Al Lecce serviva la vittoria, a Bortolo Mutti probabilmente un punto: ne è venuto fuori un pareggio tra due squadre non splendide, arbitrate, occorre dirlo, mediocremente.
La porta palermitana si spalanca subito sul calcio di rigore trasformato da Di Michele; Bertolacci era stato agganciato a centroarea, dunque calcio di rigore sacrosanto. Venuta meno l’ansia di sbloccare il risultato il Lecce si muove armoniosamente, diventa ficcante, offre a Bertolacci, a cavallo tra l’11° e il 12° minuto, due palle che chiedono semplicemente di essere accompagnate in rete: richiesta vana; Bertolacci non le sfrutta. Ed allora il Palermo colpisce su calcio d’angolo con Munoz nella circostanza più incisivo di Benassi. A complicare questo paio di minuti sciagurati ci si mette Oddo: fallo da ultimo uomo, ritenuto da Tagliavento chiara occasione da rete, e conseguente espulsione; anni e anni di esperienza immolati sull’altare della ingenuità!