Ci siamo, con l’inizio del nuovo anno accademico inizia la “caccia all’alloggio” da parte degli studenti universitari. Peraltro sembra che quest’anno il numero di studenti in cerca di un posto letto a Lecce sia sensibilmente cresciuto, visto che c’è un aumento del 20 percento di nuove immatricolazioni, rispetto allo scorso anno, all’Ateneo salentino.
Un dato certamente importante che però deve fare i conti con la disponibilità di posti letto, considerando che sono oltre 8.000 i giovani fuori sede, molti dei quali sceglieranno di stabilire la propria dimora nella città di Lecce o nell’hinterland provinciale.
Sarebbe quindi auspicabile che, a fronte di una aumentata domanda di posti letto in affitto, corrispondesse l’abitudine altrettanto diffusa, da parte dei proprietari, di far sottoscrivere contratti di locazione regolari, nel rispetto della normativa vigente.
Da tempo il Sunia, in collaborazione con l’Udu Lecce e la Cooperativa “Lecce Città Universitaria”, si impegna a sensibilizzare proprietari e inquilini sull’opportunità di sottoscrivere e registrare il contratto di locazione: una buona pratica che conviene a entrambe le parti, non solo perché si evitano sanzioni pecuniarie salate, ma anche perché la manovra finanziaria ha previsto ulteriori sgravi fiscali per entrambi i sottoscrittori, con l’introduzione della cosiddetta cedolare secca.
Nella realtà delle cose, però, sono ancora troppi i contratti irregolari e gli affitti in nero e, in ogni caso, tante le situazioni incresciose come quelle di contratti in cui sono presenti clausule vessatorie per l’inquilino e prezzi troppo elevati e fuori mercato.
Molti alloggi destinati dai privati agli studenti, infatti, hanno un canone elevato (secondo i dati di una nostra recente indagine si arriva a una media di 210 euro a posto letto in una camera doppia e a 320 in una singola) e risultano sprovvisti di ogni comfort, a volte persino dei riscaldamenti. Sono abitazioni a volte non ristrutturate e bonificate, arredate con mobili scadenti e di risulta, addirittura in condizioni che mettono a rischio la sicurezza e la salute dell’inquilino. Tutto questo non dovrebbe più essere nè accettato né consentito in una città dall’ormai lunga tradizione universitaria come Lecce.