DOVE VA L’ECONOMIA LECCESE di Mauro Ragosta- Le ricadute delle manovre economico finanziarie Monti sull’economia leccese. 07 Gennaio 2012
La politica del Governo Monti creerà un divario ancora più accentuato tra classi agiate e classi popolari, soprattutto quelle che vivono in un contesto prevalentemente precario. Sotto il profilo più strettamente economico mentre la finanziaria ha ridotto la capacità di spesa delle classi medio-basse e basse, le politiche future di rilancio dell’economia, così come prospettate, riguardano solo le classi alte e medio-alte, aumentandone in buona sostanza il potenziale di spesa. Più nello specifico e sotto il profilo dei consumi, per il 2012 e anche per l’anno che seguirà, saranno messe in sofferenza tutte quelle produzioni di beni più economici, mentre aumenterà il consumo di beni di lusso. In tale prospettiva, la produzione ed il commercio di beni oggetto di consumo da parte del popolo, che costituiscono una fetta importante nel sistema economico italiano, registreranno una contrazione. Ne consegue che le imprese interessate da tali tipi di consumo, per sopravvivere tenderanno a ridurre i costi di produzione per riuscire a stare sul mercato. E ciò porterà naturalmente ad uno sviluppo e all’applicazione di tecnologie avanzate, con ricadute sull’occupazione, che, nei settori interessati, vedrà una significativa contrazione. Del pari però, nei settori impegnati nella produzione di macchinari avanzati si registrerà un aumento dei volumi produttivi. I risvolti sul mercato del lavoro saranno quelli di una forte tensione per il passaggio della mano d’opera dall’uno all’altro settore. Un incremento netto, con riferimento all’occupazione, lo registreranno tutte quelle unità produttive impegnate nella produzione di beni di lusso. La politica Monti certamente è una politica restrittiva, che avrà risvolti occupazionali non sempre ponderabili, almeno nel breve periodo, dove è ragionevole prevedere frizioni di non poco conto.