“Napolincanto” a Lecce per cantare i 150 anni dell’Unità d’Italia

Da Napoli a Lecce per cantare l’Unità d’Italia, a ritmo di tamburello. A lu suono de la grancascia, la sfida di una memoria suonata e cantata. Il gruppo Napolincanto ha ricordato, con la musica e i canti tradizionali napoletani, alcuni dei momenti più importanti della storia del nostro Paese, in occasione del secondo incontro di “Sfide culturali e politiche”, iniziativa organizzata da Progetto Osservatorio, in collaborazione con la Fondazione Nuova Italia, con la Fondazione Magna Carta, con Compagnia delle Opere, con Alleanza Cattolica, e con il patrocinio di Confindustria Puglia. Il calendario degli incontri di quest’anno si collega, infatti, al 150° dell’unificazione e cerca di conoscere che cosa è stato il Sud d’Italia prima dell’Unità e perché i problemi dei meridionali da una certa data sono cresciuti a dismisura. Si tratta, cioè, di identificare le ragioni per le quali, in modo più o meno consapevole, e non solo al Sud, l’Unità d’Italia non è ancora pienamente entrata nella memoria collettiva degli italiani.

Il gruppo “Napolincanto” è stato fondato nel 1997 da Gianni Aversano, un insegnante di storia e filosofia, cantante, attore, chitarrista e autore. Lo affiancano il mandolinista e compositore Ferdinando Piscopo e il chitarrista Domenico De Luca. Nel 2004 il trio ha tenuto, fra gli altri, un concerto privato per l’allora Cardinale Joseph Ratzinger, che al termine affermò: “Vi ringrazio per avermi fatto conoscere Napoli al di là delle astratte sociologie”. Particolarità del Trio è mettere in risalto, attraverso una forma di teatro-canzone che coinvolge e affabula, la storia di un popolo eccezionale. La loro sarà — per l’appunto — una lezione di storia, attraverso la musica e i canti, di chi ha vissuto il Risorgimento dall’altra parte. È uno spettacolo eccezionale e unico, dal fascino e dal coinvolgimento irresistibili.

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