Ormai manca poco al referendum della Fiat torinese. Gli operai sceglieranno, con un si o con un no, se dare fiducia a Sergio Marchionne o seguire la lotta della Fiom di Landini. Sicuramente la tensione è alla stelle. I lavoratori sono davanti ad un bivio e non hanno alternative. L’ultimatum dell’amministratore delegato della Fiat è stato chiaro: se il consenso sarà al di sotto del 51%, lo stabilimento italiano chiuderà i battenti. La paura, quindi, di restare senza lavoro è tanta. Dopo tre settimane di cassa integrazione il ritorno è, più che mai, traumatico. Una cosa è certa: il referendum segnerà profondamente la storia della cronaca sindacale italiana. Così, abbiamo ascoltato il parere dei salentini: la maggior parte degli intervistati ha dichiarato che, in tempi di crisi economica come questa, non si può mettere a rischio il posto di lavoro. Anche se questo comporta ulteriori sacrifici e meno diritti.
2011-01-12