Una serata straordinaria, condivisa proprio da tutti, grandi, piccoli, famiglie. Renzo Arbore ha regalato gioia e divertimento, in una piazza stracolma, per oltre due ore di concerto con la sua Orchestra Italiana. Eterne canzoni che hanno scandito la sua lunga carriera di musicista e personaggio dello spettacolo, quello buono, sano e spensierato. Bande a Sud lo ha voluto perché l’agire di Arbore nei confronti della musica tradizionale del Sud si accosta benissimo alla filosofia dell’evento che a Trepuzzi ogni anno richiama artisti di fama nazionale ed internazionale.
Renzo Arbore ha elogiato il progetto Bande a Sud, ritenendolo importante nel suo valorizzare la musica delle bande di strada, a cui lui è particolarmente legato, e portandole in giro nel mondo. “Si può e si deve innovare per ritrovare il gusto dei giovani anche partendo dal passato”, ha detto durante l’intervista, poco prima di salire sul palco. E il Salento ha accolto a braccia aperte un ospite d’eccezione che ha fatto la storia della tradizione popolare italiana, insieme a straordinari solisti. Un progetto che in 26 anni di storia ha raccolto enormi successi in giro per il mondo, con il suo approccio ironico e satirico alla canzone italiana nelle svariate forme, di cui Arbore è un grande conoscitore, segno distintivo della lunghissima esperienza mediatica e performativa dell’artista.
Clarinettista, poliedrico ed esplosivo innovatore fin dagli anni Sessanta di radio e tv in Italia, Arbore rientra tra le stelle eclettiche del panorama artistico italiano e internazionale. Fonda nel 1991 L’Orchestra Italiana con quindici grandi strumentisti per valorizzare la canzone napoletana classica restituendo dignità, tra l’altro, al mandolino. Per risalire all’origine dell’amore di Arbore per il jazz in generale, e per il clarinetto in particolare, bisogna partire da quando, trasferitosi dalla città di Foggia, che gli ha dato i natali, giunse a Napoli, dove frequentò il quartiere americano. Il Club Uso (United States Organization) di Calata San Marco vide in lui passione e talento e gli permise le prime performance pubbliche facendolo suonare ogni sera davanti ai militari della Nato. Una passione infinita, assieme a molte altre. E non è un caso che Renzo si definisca ancora oggi, dopo una lunga carriera costellata di successi radiofonici, televisivi e cinematografici, “semplicemente” un clarinettista jazz.