In una piacevole serata estiva, a Soleto si è svolto un incontro-dibattito con il Docente di Letteratura comparata dell’università di Siena, Antonio Prete. Di fronte ad un pubblico interessato, accompagnato dal relatore-redattore Piero Manni, il Professore, essendo uno dei massimi esperti Leopardiani, che ha scritto numerosi saggi e tradotto svariati libri, ripercorre alcuni luoghi che accompagnano l’intero arco della scrittura: l’infinito come elemento della lunga meditazione sul piacere, le forme del rapporto tra filosofia e poesia; la lontananza come fattore astratto, azzerata dalla tecnologia, ora si può apprezzare tutto ciò che prima era impossibile.
Il tutto accompagnato da una mostra di articoli e opere di Matteo Tafuri, filosofo del 1500 promosso dall’associazione Nuova Messapia e da un’esposizione di mobili antichi curata dall’associazione Terre Lontane, promotore tra l’altro dell’evento.
Antonio Prete, considerato uno dei più autorevoli leopardisti contemporanei, critico, filosofo, insegna Letterature comparate all’Università di Pisa. Originario del Salento, il prof. Prete torna in questo incontro ad affrontare uno dei temi centrali della contemporaneità: il rapporto tra antropocentrismo, natura e cosmo. La tesi di fondo da cui partirà la conversazione sarà la necessità di tornare a coniugare cultura umanistica e cultura scientifica.