Studenti “barboni”, precari nella precarietà, ma lottatori consapevoli

Prosegue la protesta degli studenti che, in questo gelido sabato invernale, scendono in piazza per protestare contro un governo che li giudica facinorosi svogliati.

Seduti a terra leggono, ripetono, formulano pensieri ed equazioni matematiche. Appartengono alle più diverse facoltà, eppure, sono tutti riuniti nel desiderio di urlare un amore per la cultura e l’Università sincero, e mai preda di falsi idealismi o propositi.

Non studenti “baroni” bensì studenti “barboni”, precari nella precarietà, ma convinti di voler combattere a tuti i costi l’incalzante destrutturazione del sistema formazione pubblico italiano.

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