Università del Salento. Dibattito sul nucleare con l’esperto Giorgio Ferrari

Dopo le dichiarazioni: “Senza nucleare l’Italia è un Paese morto”, ha sfidato Umberto Veronesi, autore di queste parole, ad un confronto pubblico. Giorgio Ferrari, che ha incontrato gli universitari salentini, presso la Facoltà d’Ingegneria, è l’unico esperto nucleare ad aver fatto obiezione di coscienza dopo l’incidente di Chernobil, mettendo a rischio la sua professionalità e la sua stessa carriera e pensa con sgomento al fatto che la sicurezza nucleare venga gestita con le modalità assurde stabilite dal governo: 12 mesi per svolgere il licencing di una centrale nucleare e del deposito nazionale per le scorie, quando il maggiore ente di sicurezza del mondo (la NRC statunitense) ci impiega non meno di tre anni disponendo di oltre mille tecnici esperti, mentre la nostra ASN ha solo 200 dipendenti assai poco preparati. “Ci sono scienziati russi, bielorussi ed ucraini che hanno illustrato nei loro studi le decine di migliaia di morti e centinaia di migliaia di patologie post Chernobil, che vengono costantemente ignorati e boicottati da uomini come Veronesi e dall’omertà che contraddistingue la maggioranza della cosiddetta comunità scientifica (non solo italiana). E poi basta con le falsità che il nucleare ci rende liberi dal petrolio dato che solo il 5% dell’energia elettrica è prodotta con questa fonte mentre la stragrande maggioranza del suo consumo va nei trasporti e nell’industria, e poi è assai probabile che sarà l’uranio ad esaurirsi prima dei combustibili fossili. Basta con la favola che tutti i problemi del nucleare (dalle scorie ai reattori di IV generazione) saranno risolti perché sono gli stessi problemi che studiavamo in Enel trenta anni fa prevedendo di risolverli entro il 2000, ed ora che siamo nel 2010 ci dicono che la loro soluzione è spostata di altri trenta anni!”. Questa la denuncia di Ferrari che boccia il nucleare in Italia e parla di silenzio voluto sul prossimo Referendum.

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